LA DOMENICA DELLE PALME

Publié le par Marie St Clair

LA DOMENICA DELLE PALME

Nel calendario liturgico cristiano la Domenica delle Palme è celebrata la domenica precedente alla festività della Pasqua. Inizia cosi la settimana santa ma non termina la Quaresima, che finirà solo con la celebrazione vespertina del giovedì santo, dando inizio al Sacro rito Pasquale.

Questa festività è osservata da tutti i Cristiani, Cattolici, Ortodossi e Protestanti.

Sei giorni prima della Pasqua ebraica (che commemora l'uscita dall'Egitto degli ebrei dopo 400 anni di schiavitù), Gesù torna a Gerusalemme. La Chiesa ricorda cosi il suo trionfale ingresso in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (vangelo di Giovanni 12,12-15). Il nome viene dal latino ramus : « ramo », e del suo dimi­nutivo ramellus; in francese fu conservato : la domenica “des rameaux”. La simbologia prefigura anche la Resurrezione di Cristo dopo la morte e la resurrezione dei martiri (Apocalisse 7, 9).
Chiaramente la religione Cristiana si è sovrapposta alla tradizione pagana che si perpetuava in questo periodo, ma l’albero di palma è stato sostituito dall’ulivo, molto più presente dalle nostre parti. Il significato simbolico della palma indica l’anno solare perché mette una foglia al mese. Per questo motivo gli egizi, nel culto della dea Iside, la raffiguravano con una palma in mano. I suoi rami erano posti sulle mummie come augurio per il viaggio nell’aldilà. La palma è simbolo di trionfo, acclamazione e regalità. Il suo significato è quello della vittoria, dell'ascesa, della rinascita e dell'immortalità; è allegoria della fenice che risorge dalle sue ceneri e dell' albero della vita, simbolo dell'immortalità dell'anima.


L’associazione tra la palma e l’ulivo si deve al fatto che il Cristianesimo lega il significato dell’ulivo alla figura di Cristo che in greco significa “unto”. In questi giorni, infatti, la Chiesa benedice l’olio che servirà per il crisma battesimale e per l’unzione degli infermi, segni, anch’essi, di rinascita e morte. Oggi i cristiani raffigurano alcuni santi con il ramo di palma accanto, in simbolo di martirio. La palma della dea Vittoria è un'iconografia nata in epoca romana. La simbologia cristiana, presente fin dall'epoca paleocristiana è legata a un passo dei Salmi, dove si dice che come fiorirà la palma così farà il giusto: la palma infatti produce un'infiorescenza quando sembra ormai morta, così come (con una similitudine) i martiri hanno la loro ricompensa in paradiso.


Il ramoscello di ulivo è invece simbolo della pace perché Dio, nella Genesi (9:11) a conclusione del diluvio promise "Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra". Le origini si fanno risalire all'episodio biblico del diluvio universale; quando cessò, Noè inviò una colomba che "tornò a lui con un ramoscello di ulivo nel becco. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra."

    È in memoria di questo giorno che i ramoscelli (di bosso, ulivo, lauro o palma, secondo le regioni) una volta benedetti dopo la messa della Passione, sono tenuti a disposizione dei fedeli che si mettono in marcia, in processione: marcia verso Pasqua del popolo di Dio al seguito di Cristo. Poi sono portati via per decorare le croci nelle case: gesto di venerazione e di fiducia verso il crocefisso.
     In questa domenica, ancora non molto tempo fa, si solevano iniziare le pulizie di primavera imbiancando con calce viva le pareti esterne delle case (in Grecia è tutt’ora la tradizione) e liberandosi degli oggetti non più funzionanti. Nei campi, la domenica delle Palme coincideva con la potatura dell’ulivo che poi sarebbe stato seguito in Chiesa con la benedizione, come simbolo di pace. Nelle zone in cui non crescono né l'ulivo, né palma, come nell'Europa del Nord, i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.


                    La folla delle Palme  !


Entreremo dunque nella Settimana Santa dal portico simbolizzato dalla festa delle Palme. Non sono, i cristiani, più spesso di quanto lo pensano, questa folla delle Palme? Quella che applaude il figlio di Dio gettando mantelli e ramoscelli sul passaggio dello strano corteo: Il Maestro montato su un'asina, ed i suoi discepoli, la cui paura e la confusione interiori non sono affatto attenuati dall'entusiasmo fragile di un attimo.
Ed hanno ragione i discepoli… poiché la folla è mutevole. La storia è ricca in esempi di volta faccia della folla. Mette rapidamente a morte quelli che ha incensati. Ristabilisce in un batter d’occhio coloro che aveva ignorato. L’Unico che non si fa alcun’illusione è – in questo momento del Vangelo – quello che la conosce meglio e che gli ha così spesso parlato. Non l’ha tuttavia mai lusingata, non gli ha fatto promesse false. L’ha anche a volte maltrattata ma sempre in nome di questa Verità e di questa giustizia di cui era, in nome di Dio, il messaggero ed anche, molto di più, l’incarnazione e la presenza. Ha guarito i suoi pazienti, nutrito suoi affamati.

Nessuna preoccupazione apparente … Nella folla è a chi grida di più, che canta più alto degli altri, che trova il miglior epiteto: “Inviato del Signore, Profeta, figlio di Davide „ … Gesù è vincitore. Non sarà arrestato. Pensate dunque! Reagirà, la folla, farà diga … La sondereste immediatamente che sarebbe stupita, la folla, se prevedeste la minima minaccia per l’Uomo che gli ha ridato speranza e coraggio.
Ma cambierà rapidamente parere e richiederà la morte, pronta a versare qualche lacrima, aprendosi un posto ai lati del cammino che conduce al Golgotha.

Siamo, ancora oggi, questa folla che applaude e che condanna. Tutti, a vari livelli, sotto vari visi. Senza eccezione … Basterebbe proclamare, alla faccia del mondo, che le parole e gli atti di quello che hanno crocefisso, nonostante le violenze o il tradimento, sono il segno che l'amore può attraversare il peggio, per essere messaggio di speranza

Fonte: Polisemantica , G. Donatacci

Pour être informé des derniers articles, inscrivez vous :
Commenter cet article