CATARI, VALDESI BEGARDI

Publié le par Mstclair

 

mappa catare

                                                                                MAPPA DELLE COMUNITA CATARE

     C’è certamente una componente morbosa, spesso insita nell’uomo, che lo spinge ad interessarsi più alle disgrazie che alle imprese felici dell’umanità. Lo vediamo ogni giorno con il successo dei fatti di cronaca, e l’attrazione per l’orrore, sia reale che virtuale.

        Cosi l’interesse  che suscita  il catarismo fra gli storici ed anche fra il grande pubblico viene dal suo destino tragico  e da quel che può essere racontato attraverso i resoconti della crociata contro gli Albigesi e gli interrogatori dell'inquisizione. Questi permettono , per un secolo che va da 1235 a 1335, una conoscenza incomparabile dei modi di vita, della mentalità, delle relazioni sociali e della patronimia della provincia della Linguadoca. La documentazione si è considerevolmente arricchita dagli anni 1930, con la scoperta e la pubblicazione di testi originali, in particolare da parte del francese domenicano Antoine Dondaine, di documenti inquisitori e dello studio più preciso delle fonti conosciute e pubblicate da tempo.  


I Catari , che non si sono mai dato questo nome, sono apparsi in Bulgaria, dove gli si chiamava bogomili, nella seconda metà del decimo secolo, poi presso i monaci di Costantinopoli ed in Asia minore all'inizio dello undicesimo  secolo. Movimenti comparabili sono apparsi in Occidente poco dopo l'anno mille, che furono qualificati come manichei„. Il catarismo ha conosciuto indubbiamente un ampio sviluppo in Germania, in Fiandre, e Champagne, in Borgogna, e soprattutto nel sud francese  e in Italia nel dodicesimo e tredicesimo secoli. Represso nel tredicesimo secolo dalla crociata contro gli Albigesi e l'inquisizione, si è mantenuto nel quattordicesimo secolo in Italia, ed è esistito in Bosnia, di cui era la religione ufficiale, fino alla conquista turca alla fine secolo.  Dai monaci greci, avevano la barba ed i capelli lunghi, l'abito nero, e la regola dei giorni di digiuno, tre quaresima annuali, preghiere ripetute, lavoro manuale. Avevano solo la qualità di cristiani, perché erano battezzati dall'imposizione delle mani e del vangelo sulla testa.

Questo sacramento garantiva il ritorno al cielo solo per la parte divina dell''uomo, lo Spirito. Il corpo ed il cuore che lo fa muovere appartengono a questo basso-mondo illusorio e cattivo. Questo Spirito (il cuore per i teologi occidentali), era sia trasmesso con generazione dal primo uomo (traducianismo), sia reincarnato in un neonato dopo la morte (metempsicosi, origenismo). Ma il battesimo spirituale faceva, alla morte, risalire lo spirito al cielo dove riprendeva il posto che aveva perso in occasione della caduta. Lo traducianismo è stato professato dai bogomili bulgari e dai catari del Milanese. Ma sono gli origenisti che hanno lasciato maggiori tracce nella storia e la polemica religiosa. Il rituale cataro è attestato in occitano ed in latino, come pure in vecchio slavo in un frammento. La dogmatica degli origenisti lo è con Il  libro dei due principi in italiano e con un frammento latino d'origine occitania , entrambi della prima metà del dodicesimo  secolo.

Al giorno d'oggi ancora, c’è un interesse eccessivo per sapere se questi o quelli catari riconoscevano uno o due Dei, era monarchii o dyarchii„, assoluti o mitigati„, ecc.…. In realtà, eccetto il fatto che il dio del Vecchio Testamento  non era un Dio  o non era il buono, la teologia catara era soltanto un lavoro in ricerca scritturale. Contava solo la validità del sacramento unico, il consolamentum„, che esigeva una successione di detentori impeccabili dagli apostoli in poi. Gli scismi riguardavano soltanto problemi  di persone.

 

   Ma nello stesso tempo in Europa altre comunita religiose, nella linea dei Catari , si riferiscono a voti di purezza e di povertà . Ricordiamo che la parola Catare deriva dal greco "καθαρός, katharós " che significa puro.

 

I Valdesi     valdesi

prendono il loro nome di Pierre Valdès, o di Vaulx, commerciante  di  Lione che, alla lettura del vangelo e di frammenti dei padri della chiesa, decise verso il 1270 di obbedire ai precetti dei vangeli sinottici vivendo nella povertà e predicando. Père Dondaine ha trovato il manifesto, l'opinione di vita di Valdesius, che attesta l'ortodossia perfetta del movimento, più o meno approvato dal papa nel 1179, ma condannato nel 1184.   

 

È che infatti il movimento di povertà e di predicazione incontrava una tendenza che è già attestata in Bulgaria contemporaneamente ai primi bogomili che forma quasi una chiesa clandestina in Germania in mezzo al XII ème secolo, ed è in gran parte sparso nella regione  del Rodano ed in Lombardia. Questa tendenza predicava la non violenza, proibiva il giuramento, la preghiera per le morti, il culto dei santi, la venerazione della croce ed il purgatorio. Andava a volte fino a rinnovare il battesimo agli adulti. Represso, il Valdeismo si è ampliato di quest'elementi per diventare una vera chiesa concorrente, con i suoi sacerdoti e la sua gerarchia, e, per i fedeli, lo predica, la preghiera e la confessione. Per i fedeli come per i frati, i precetti evangelici dovevano essere rispettati: non violenza e divieto del giuramento. Questa chiesa ha avuto un'udienza profonda in Provenza, Delfinato, Borgogna, Svizzera, Alsazia, e nei paesi germanici in Stiria ed nel Brandeburgo fino al XV ème secolo dove ha mantenuto  legami con i partigiani di Wicleff e gli  Hussiti della Boemia. In Italia, è stata limitata dalla repressione a due valli alpine della sponda sinistra del Po, contigüe alle valli del Delfinato di Embrunais, ed è esistita fino alla riforma, che ha adottato nel 1532.

La documentazione sul valdeismo è molto abbondante, nutrita dalla discussione tra cattolici e protestanti. Oltre alla scoperta da parte di A.Dondaine del manifesto di Valdès ed e della letteratura di controverse degli Valdesi contro i catari in Linguadoca, dei documenti d'inquisizione conosciuti, ma fin’ora inediti, sono venuti ad arricchire la conoscenza delle Comunità di Provenza, del Delfinato, della Svizzera, d'Alsazia e dei paesi germanici. Esiste del resto un'identità valdese„. Benché calvinisti, gli abitanti delle valli italiane, a lungo i soli protestanti dell'Italia, abbiano una capitale spirituale a Torre Pellice, vicino a Pignero, con una biblioteca molto ricca ed un bollettino annuale. Da lì è derivato il lavoro, fondamentale per la storia, di Jean Gonnet e Amédée Molnar - Valdesi del medioevo (1974). Esiste d'altra parte un'importante emigrazione valdese negli Stati Uniti e soprattutto in Sudamerica.   

 

 

Beghine e Begardi


Beghine e Begardi erano, nel loro nome volgare, terziari, membri del terzo-stato, francescani o domenicani. Principalmente reclutati nella classe media delle città che possiedono un convento di mendicanti, seguivano gli uffici di quest'ultimi, si riunivano per letture edificanti, e tenevano case d'accoglienza per i poveri. Le donne facevano a volte, a titolo personale, e senza riconoscimento dalla chiesa, voti di castità.  Alla fine del XIII ème secolo, il movimento votato alla povertà francescana, incessantemente represso ed incessantemente rinascente, arriva ad un inizio di scisma, quello degli Spirituali in Italia, e in particolare in Calabria.  In Linguadoca, i conventi di Béziers, Narbonne e Carcassonne erano interamente guadagnati a questa tendenza, segnata dal rifiuto dei granai, delle risorse testamentarie e dei vestiti comodi della Comunità„. Il papa Giovanni XXII, influenzato da questa che era ben rappresentata alla Curia

pan>, la lasciò usare queste costrizione.   


La conseguenza fu la morte sul rogo di quattro fratelli a Marsiglia nel 1318. I begardi di Narbonne, di Béziers, e quelli di Catalogna, le considerarono martiri e furono a loro volta oggetto delle persecuzioni dell'inquisizione. Ottanta circa morirono sul rogo in Linguadoca, ed un numero sconosciuto, ma certamente considerevole, in Catalogna. Era un grande scandalo per la popolazione, che a volte strappava le vittime al rogo o conservava le loro ceneri come reliquie. Più o meno occultata fin’ora, questa tragedia è stata studiata ed illustrata da Raoul Manselli (Spirituali beghini in Provenza (1959).  
(Fonte : Jean Duvernoy) 

In conclusione sarebbe una nota da aggiungere, ponendosi la domanda: perché sono apparsi queste correnti religiose, e perché sono state perseguitate con tanto accanimento?

Questi Catari, Valdesi, Begardi, Francescani, aspiravano tutti ad una certa purezza ed integrità di vita, che può sembrarci anche oggi assai spinte, visto il nostro mondo, come allora il loro, più incline al vizio che alle virtù. Il fatto è che presso tutti i popoli, in tutte le epoche, una piccola percentuale della gente cerca la pace nella semplicità e nel silenzio, lontano dal rumore e dalle dispute umane e mondane; ma il loro esempio fa da specchio ai eccessi  dei vizi umani  rimandandogli un’immagine non proprio adulatrice, insomma sono dei guastafeste per i poteri in carica (religiosi, economici, politici, e oggi mediatici ). 

Non è cosi anche oggi…….????

 La ricerca della perfezione suscita rispetto, ammirazione, ma anche sospetto o timore presso chi non sceglie, in coscienza, di migliorare Sè-stesso.  In ogni caso è un ammonimento per interrogare il nostro Ego. 

 



Publié dans Via e Religione

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