IL GUARDIANO DELLA SOGLIA
Quale custode per quale soglia?
Mi ricordo aver letto, o sentito, non so più dove né quando, questa piccola storia. In un monastero perso in mezzo alle montagne del Giappone, un discepolo assetato d'assoluto viene a trovare un maestro zen .
“Maestro illuminatissimo, insegnatemi la liberazione!
“ La liberazione? Figlio mio, chi dunque ti ha incatenato? “
Sorpreso, il candidato all'iniziazione fù obbligato a riconoscere, dopo alcuni minuti di riflessione profonda, che alla sua conoscenza, nessuno l’aveva incatenato. Ed il maestro di dirgli: “Poiché nessuno ti ha incatenato, di quali catene, e da Chi, vorresti essere liberato? Vai a modo tuo, e stai attento a non forgiarti delle catene immaginarie, sono le più robuste! „
Il tradizionale “custode della soglia„ mi sembra appartenere a quel settore dell'immaginario, molto reale per chi vuole crederci. Paul Le Cour, al quale occorre sempre ritornare, riteneva che l'occultismo sia un flagello. Ed è vero che i maestri e grandi iniziatori in ogni genere che pullulano più che mai nella nostra epoca sconcertata amino riferirsi a questa soglia che occorrerebbe superare, per essere “un iniziato„. Con l'ausilio, certamente, di devozione al suddetto iniziatore, tempo dedicato a servirlo, in un modo o nell'altro, e, spesso, contributo finanziario. Ah! Poiché sarebbe facile se bastasse una formula mormorata all'orecchio, nel segreto di una cerimonia iniziatica, ad rovesciare il butta-fuori della soglia, partecipando ormai interamente a quest'avventura favolosa che è la vita universale, dove vita e morte sono soltanto le due facce inseparabili di una stessa cosa.
Non dico che “il custode della soglia„ non esiste. Ma cosa vuole dire: esistere?
Se credete alla sua esistenza, allora esiste per voi, poiché questo cerbero multiforme è in ciascuno di noi, con le nostre abitudini, la nostra formazione, i nostri riferimenti esistenziali, tutto e questo li collega, spesso senza che ne siamo a conoscenza. Barriere sottili, che non esistono realmente, pur rivelandosi le più solidi, finché non si capisce che non sono nulla, assolutamente nulla.
Si potrebbe scrivere, e si è scritto, biblioteche intere su quest'argomento inesauribile, affascinante e sempre terribilmente attuale che è il custode della soglia, dai cherubini che custodiscono con la loro spada di fuoco il giardino del paradiso, ai draghi delle fiabe e dell'alchimia. Posso concludere soltanto con questo prestito fatto al libro di Daniel Beresniak e Michel Random:
“Il drago è il custode del tesoro. Quest'ultimo si trova nascosto in fondo ad una caverna che simbolizza il fluido nascosto della terra, delle forze allo stesso tempo telluriche e psichiche che occorre allo stesso tempo conoscere e superare. Il tesoro nascosto rappresenta la vita interiore, i mostri o draghi che conservano questo tesoro sono in definitiva soltanto le immagini dei nostri desideri e delle nostre passioni che ci impediscono di accedervi…
“Il drago rimane latente in ogni essere, così addormentato e sempre pronto a svegliarsi se si manca di vigilanza. Nel qual caso il drago riappare e le sue forze distruggono e divorano chi l’affronta senza essere sufficientemente preparato, poiché è il suo ruolo di custode dei segreti del divino. „
Egitto: Ammit il divoratore
Fonte: Lucien GÉRARDIN….rivista Atlantis #358… www.lespasseurs.com