PREGHIERA E COMMERCIO !!

Publié le par Mstclair

 

 

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   Nel  precedente  messaggio ( Ognisanti)  Giacomo di Varagine, nel suo quarto paragrafo, ci indica la preghiera come “mezzo per raggiungere l’appagamento dei nostri desideri”.

    Quest’aspetto lascia molto da riflettere: per noi figli del ventunesimo secolo, alla ricerca della nostra dimensione spirituale, ecco un profondo tema di riflessione, senza il quale lo studio in generale della storia umana rimarrebbe un esercizio vuoto.

    La devozione popolare si manifesta nella stessa maniera ovunque nel mondo: se le immagini, i culti variano, lo spirito che anima i fedeli è lo stesso: si tratta  quasi sempre di “ottenere” qualcosa: guarigione, prosperità, ricchezza, potere, vita lunga. Certi concepiscono addirittura il risultato della preghiera come un diritto  per essere appagati. Praticare le virtù  per ricavarne vantaggio è puro e meschino commercio. Se si dà da mangiare ad un povero affamato, si dovrebbe provare soddisfazione constatare che quel uomo non soffre più; ma generalmente si pensa che quest’atto di generosità fruirà qualcosa in cambio, come risultato di una buon’azione.

Perché non accontentarsi di pensare che praticare la carità  modifica l’inclinazione all’egoismo, sviluppa la benevolenza, permette di alleviare sempre maggiori sofferenze, e di migliorare moralmente. Perché non rallegrarsi di progredire cosi verso la perfezione spirituale ? Questa sembra dunque di cosi poco conto che l’uomo volge tutti i suoi pensieri verso un profitto materiale in questa vita, la realizzazione delle sue ambizioni nella vita successiva, o tante gioie in Paradiso?

  "Purtroppo la maggioranza degli umani non commetterebbe mai un atto di virtù o di pietà  se non potesse sperarne un profitto in cambio. La natura umana è debole.." parole di un lama tibetano.

 

Almeno, proviamo ad essere coscienti delle nostre reali motivazioni, senza nascondersi dietro la nostra superbia, è un primo passo verso la coerenza e l’umiltà. Certo, non è proibito chiedere umilmente aiuto per sé-stesso, ma ricordiamo sempre di terminare ogni richiesta personale con un richiamo alle Pace e ringraziamo per tutte le bontà che abbiamo ottenuto.

 

I Templari pregavano con il loro detto:

     " Non Nobis, Domine, Non Nobis, sed nomine tuo da gloriam"

       (Non per noi, Signore, non per noi, ma nel tuo nome da gloria), qualsiasi successo non è per il nostro solo bene, ma prima di tutto per il bene altrui. Solo cosi il nostro naturale egoismo non prenderà i reddini delle nostre azioni.


   Ma per alleggerire questo pessimismo, troviamo, è vero, puri atti di carità, di devozione, e di eroismo compiuti da numerosi materialisti  atei, che non sperano niente in cambio. Dunque questo mercantilismo non è universale, e l’umanità non è cosi negativa moralmente, come certi  asseriscono.

Publié dans La Via e l'Iniziazione

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