Vangelo di Maria Maddelena

Publié le par Marie St Clair

    Prima parte del papiro di Berlino, acquisito al Cairo e conservato nel dipartimento d'egittologia dei musei nazionali di Berlino dal 1896, proviene da Achmin o dai suoi dintorni. È apparso la prima volta presso un antiquario di questa città.
Questo papiro sarebbe la copia del V° secolo in copto sahidico di un documento di Oxyrhynque, dell'inizio del III° secolo .
Esisteva una versione greca di questo testo, si possiede un frammento (Papyrus Rylands 463)       http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:dfwMT3UBa5BmIM:http://www.7eevangile.com/evangile-thomas.jpg

      La prima redazione di questo vangelo si situerebbe intorno all'anno 150 e questo gli darebbe il carattere di testo fondatore o primitivo del cristianesimo.
       Myriam de Magdala ispira questo resoconto, non  è  qui la peccatrice dei vangeli canonici ma l'amica intima di Gesù, iniziata e trasmettendo i suoi insegnamenti più sottili. Il vangelo di Maria è difficile da ricevere per un Occidentale sottoposto all'antropologia dualista ed alla metafisica dell'Essere, perché propone un'antropologia quaternella ed una metafisica di imaginario. Il vangelo di Maria ci induce a renderci liberi di queste dualità che ci demonizza; noi non dobbiamo negare il corpo o la materia, ma, rifiutando di adattarli o identificarli con questi piani del reale, santificarli, trasfigurarli e come Myriam de Magdala, a seguito del suo ben Amato, apprendere dall'immaginazione creatrice a mettere Amore dove, con la nostra intelligenza ostacolata ed i nostri desideri stabiliti,  non ce n'è più. Ci occorre, come a Cana, se vogliamo vivere le cerimonie nuziali, immaginare l'ignoranza reciproca trasformata dalla parola inattesa in amicizia più morbida e migliore della passione degli inizi. L'acqua grigia del quotidiano è ubriacata e cambiata in vino.
   
     Myriam de Magdala è una donna, il suo accesso alla conoscenza, considerato allora affare d'uomo, fa di lei alla sua epoca e nel contesto dove vive, una peccatrice riguardo alla legge e della società. Il suo spirito femminile gli dà accesso ad un modo di conoscenza diverso, di tipo profetico ed immaginario e di dimensione angelica ed orientale .
     In questo vangelo usciamo dal dilemma del pensiero e dalla dimensione, del mondo empirico o del mondo astratto, per mettersi in un mondo intermedio dell'immagine o della rappresentazione, visione tramitte il "Nous", punta fine dell'Anima o angelo dell'Anima che dà accesso all'imaginal (studiato e descritto da Henri Corbin). È un mondo inesplorato da parte dei filosofi contemporanei.
  Anziché parlare di poesia creatrice, occorre abbordare Mundus Imaginalis, dove l'UNO è impossibile da dire, ma dove la mancanza di ogni realtà da riempire il desiderio dell'UNO si rivela… È in questi casi che il desiderio diventa immaginazione, transfigurazion,e resurrezione, ed è questa realizzazione ed incarnazione del suo desiderio che Myriam vuole farci condividere.
        Conseguenza etica: il peccato esiste soltanto nella nostra immaginazione dové non cessiamo di crearlo e di inventare leggi per consolidarlo. È la nostra immaginazione che occorre guarire, responsabili che siamo del mondo nel quale viviamo e che creiamo per mancanza d'immaginazione creatrice soltanto nella sola misura del nostro essere mortale
        Gli occhi di Myriam  aprendosi alla realtà essenziale ed all'archetipo che lo informa, la sua immaginazione la investe di una tale presenza così che non può né perderla né assentarsene. Crea il Reale Amante che incessantemente l'illumina e l'accompagna. Né illusione, né sublimazione né compensazione, è risveglio a questo mondo intermedio, esperienza e conoscenza nel quale il Cristo si dà a contemplare.
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